I pesci luminosi e altri organismi marini… brillanti
di Ugo Cirilli
Tutti conoscono il volo luminoso delle lucciole, che accende di suggestivi bagliori l’oscurità della notte, tra giardini, montagna e campagna. Spettacoli simili avvengono anche in uno scenario completamente diverso: il mare. In superficie vicino alle coste, o nelle profondità più buie. Protagonisti, organismi che come le lucciole hanno sviluppato la capacità di emanare luce, detta bioluminescenza.
Quei bagliori sulla superficie del mare
A volte nelle aree tropicali ed equatoriali, ma anche nel nostro Mediterraneo, viene osservato un fenomeno sorprendente: nella notte le acque iniziano ad emanare una luce fluorescente, con tonalità che vanno dal blu elettrico al verde. Un fenomeno che affascina l’umanità da tempi remoti, quando non era nota una spiegazione scientifica. Nelle tradizioni della Jamaica si riteneva che tale luce avesse qualcosa di prodigioso, al punto da ringiovanire coloro che si bagnavano nelle acque rischiarate. Questa forma di bioluminescenza marina è dovuta ad alcuni microrganismi, che si illuminano con il moto ondoso. Spesso si tratta di alghe, come nel caso di Mission Bay, in California, di alcune località delle Maldive e del nostro Salento, dove è comparsa l’alga noctiluca scintillans con i suoi bagliori azzurri. In altri casi la causa è il plancton bioluminescente, mentre nella baia di Toyama, in Giappone, il fenomeno viene originato dal calamaro lucciola.
Di fronte alla suggestione delle luci marine, è sempre bene informarsi prima di concedersi un bagno notturno: alcune tipologie di alghe emettono infatti tossine. In tal caso, meglio limitarsi ad ammirare queste opere d’arte della natura, scattando magari memorabili foto.
La bioluminescenza interessa anche animali marini più grandi come la pelagia noctiluca o medusa luminosa, assai diffusa in alcuni periodi anche nel Mediterraneo. Con questa abitante del mare occorre la massima cautela: se la sua bellissima iridescenza affascina, il contatto con i tentacoli è molto doloroso.
Bagliori nelle profondità
Immaginiamo di lasciare la superficie del mare e scendere con un sottomarino nelle profondità: è lì che incontriamo alcune delle più incredibili creature dotate di bioluminescenza. Tra queste, tre specie di squali luminosi che popolano l’Oceano ad Est della Nuova Zelanda. Vivono tra i 200 e i 1000 metri di profondità, il massimo punto raggiunto dalla luce solare. La loro bioluminescenza, di cui non si conosce ancora la ragione esatta, potrebbe essere un sistema per illuminare l’ambiente o per confondere predatori che arrivano dal basso. Una sagoma luminosa risulta infatti più difficile da vedere, se si staglia contro il chiarore proveniente dall’alto.
In California ha fatto scalpore il ritrovamento di un pesce inquietante, dalla forma quasi tonda, con la bocca piena di denti acuminati e un’appendice simile a una proboscide. Si tratta di un pesce lanterna, un predatore lungo circa 30 cm che vive a centinaia di metri di profondità (talvolta fino a 4000 metri). Può emettere luce intermittente o fissa, che utilizza per attrarre e stordire le prede. Vive nell’Atlantico e nel Mediterraneo, nell’area dello Stretto di Messina. Altri pesci condividono la caratteristica della bioluminescenza: ad esempio l’echiostoma barbatum dei tropici o pesce drago, dalla forma allungata. Pochissime specie producono una luminescenza rossa: tra queste il pesce mandibola, dalle fauci impressionanti. Si tratta di una strategia di caccia: la maggior parte delle sue prede non percepisce quel colore. Così, riesce a illuminare l’ambiente senza essere notato.
Tra le sorprendenti creature luminose del mare merita sicuramente una menzione il calamaro vampiro. Riesce a vivere tra i 600 e i 900 metri di profondità, dove l’ossigeno disciolto è troppo scarso per la maggior parte degli animali. Piccolo (misura circa 30 cm), ha i tentacoli uniti da una membrana. Per proteggersi dai predatori utilizza due strategie. Può emettere una luce bluastra, mimetizzandosi nel chiarore che si intravede dalla parte più superficiale del suo habitat. Se invece vuole scomparire nelle profondità buie, lancia una nuvola di una sostanza scura, luminosa e appiccicosa, che impiega anche dieci minuti per dissolversi.
Il viaggio tra gli animali marini bioluminescenti potrebbe proseguire ancora; varie sono le forme di vita che manifestano questa capacità. Man mano che le esplorazioni si spingono negli abissi, nuove specie vengono scoperte. Non avevano tutti i torti gli antichi, che immaginavano il mare come la casa di esseri al limite dell’incredibile. Nemmeno la loro fantasia, però, arrivò mai a ipotizzare le creature luminose.