La giraffa, l’animale terrestre più alto al mondo
di Ugo Cirilli
La giraffa è l’animale terrestre più alto: il maschio può raggiungere i 5,7 m di altezza, la femmina è di poco più bassa. Il peso talvolta arriva a circa 900 kg. Questa creatura sorprendente, il più grande ruminante, è il frutto di un processo di adattamento raffinato ad un ambiente particolare. Originaria dell’Africa, vive in zone piuttosto aride come le savane e le praterie, dove l’erba scarseggia. Essendo erbivora, la giraffa deve quindi nutrirsi mangiando le foglie degli alberi, come quelli del genere commiphora e l’acacia. Quest’ultima sembra essere il suo alimento preferito, poiché le foglie contengono un buon quantitativo di proteine e calcio. Così, le giraffe sfidano i rami densi di spine per cibarsi.
Tendono a cercare il nutrimento all’alba o al tramonto e possono esplorare vari ambienti, dalle aree boscose a quelle semidesertiche. Del resto, consumano fino a 70 kg di vegetazione quotidianamente. La dieta vegetale permette anche di assimilare la maggior parte dei liquidi, tanto che le giraffe hanno bisogno di bere solo ogni due giorni. Tutto, nel loro organismo, è influenzato dall’alimentazione. La lingua prensile può staccare le foglie, lo stomaco diviso in quattro parti permette una digestione lunga e impegnativa. Nella dieta troviamo anche il motivo principale del loro aspetto insolito: il lungo collo e la fisionomia slanciata permettono di raggiungere i rami più alti. Contrariamente a quanto potremmo pensare, questi animali hanno lo stesso numero di vertebre cervicali dell’uomo. Le loro, però, sono particolarmente grandi: misurano fino a 25 cm.
La vita sociale e la difesa dai predatori
La ricerca del cibo non è l’unico problema che devono affrontare. Con la loro mole enorme scoraggiano la maggior parte dei carnivori, ma possono essere assalite da animali come i leoni e i coccodrilli del Nilo. I piccoli sono più vulnerabili e rischiano di venire cacciati anche da predatori di dimensioni minori, come leopardi e iene.
Le giraffe, quantomeno quelle adulte, sono tuttavia preparate alla difesa. Oltre alla stazza e al manto maculato, adatto al mimetismo, contano su una vista eccellente e una forza notevole. Un loro calcio può uccidere un predatore, anche se la strategia difensiva preferita è la fuga.
Sono inoltre animali sociali che tendono a vivere in gruppi, dalla struttura molto flessibile: i membri possono cambiare anche nel giro di poche ore. In genere i maschi, con l’età adulta, divengono più solitari. Arrivano a sfidarsi nello scontro detto “collaggio”, colpendosi con il collo e usando come armi gli ossiconi, le piccole sporgenze simili a corna sulla testa. Questi duelli sembrano però regolati da una sorta di “codice”: non vengono utilizzati calci e morsi e uno dei due contendenti, a un certo punto, si arrende allontanandosi. Così, generalmente non provocano gravi ferite.
Le femmine sono invece più miti e socievoli. Si allontanano per partorire, ma tornano poi nel gruppo dove cooperano con altri esemplari, per proteggere e accudire assieme i piccoli. Se parliamo di collaborazione, le giraffe hanno stabilito una vantaggiosa intesa anche con alcune specie di uccelli, come le bufaghe beccorosso. Lasciano infatti che queste si posino sul loro corpo per nutrirsi dei parassiti. Inoltre, gli uccelli possono avvistare per tempo i predatori, allertando la giraffa.
Una specie “vulnerabile”
All’habitat non facile si aggiungono le minacce rappresentate dall’uomo. Oggi le giraffe sono protette, ma la caccia che hanno subito a lungo e la deforestazione dell’habitat ne hanno ridotto molto la popolazione. La specie è praticamente scomparsa da alcune aree, come l’Eritrea e il Senegal. Così, oggi è classificata come “vulnerabile”. Per sensibilizzare sulla sua tutela è stata indetta la Giornata Mondiale della Giraffa, il World Giraffe Day del 21 giugno, lanciato dalla GCF (Giraffe Conservation Foundation). Varie iniziative di salvaguardia cercano di garantire un futuro a queste creature davvero uniche, eleganti figlie di un habitat duro.