2006, quando l’Italia vinse il Mondiale
di Ugo Cirilli
Il 2006 è stato l’anno di Rembrandt, l’anno di Mozart, l’anno dedicato all’inventore Nikola Tesla (1856-1943). A Torino ebbero luogo i Giochi Olimpici invernali. Iniziava una crisi finanziaria di livello mondiale. Eppure, molti lo ricordano soprattutto per un altro motivo: l’Italia vinse i Campionati Mondiali di Calcio, che si disputavano in Germania.
La precedente vittoria del nostro Paese era avvenuta nel 1982; prima, dobbiamo risalire addirittura al 1938.
La finale vide l’Italia sfidare la Francia, un confronto che si preannunciava particolarmente acceso e sentito: gli Azzurri cercavano la rivincita dopo la sconfitta di Euro 2000. Il risultato è noto: la nostra Nazionale trionfò per 6 – 4, con un goal di Materazzi al 19° minuto e 5 goal ai rigori (Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero, Grosso).
Gli aneddoti insoliti “dietro le quinte”
La vittoria della squadra mise in luce anche le doti del CT Marcello Lippi, che nel dicembre dello stesso anno riceverà il premio Panchina d’Oro dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori di Calcio). Proprio lui si rese protagonista di una singolare scommessa. Lippi dichiarò infatti che, qualora l’Italia avesse vinto il Mondiale, si sarebbe tuffato nelle acque scure e poco invitanti di un laghetto a Duisburg, località del ritiro della squadra. Sappiamo quale fu il risultato, quindi il CT si vide costretto a mantenere quanto annunciato. Volle però prendersi una rivincita, di fronte alle risate dei presenti. Chiese a un cameriere di mettere un pesce, in sacchetto con dei sassi, in un punto preciso del lago. Così, riemerso da quelle acque torbide, finse di aver pescato con una fiocina improvvisata. Qualcuno ci credette davvero, come ha raccontato!
Altre curiosità riguardano la… preparazione dei giocatori. Non quella ufficiale, tra schemi e allenamenti, ma quella privata e personale dei pochi momenti liberi.
Anche Inzaghi si dedicava alla pesca di lago, vera e non simulata come quella del mister, talvolta sfidando Materazzi. Un giorno i due rimasero turbati vedendo una persona completamente vestita in acqua, a una certa distanza. Temendo che qualcuno stesse affogando, guardarono meglio e si accorsero che quella sagoma era il collega Peruzzi con tanto di scarpe, maglia della squadra e pantaloncini. “Tranquilli, ragazzi, avevo solo caldo”, si giustificò quest’ultimo.
A Buffon un passatempo rischiò di costare davvero caro. Appassionato di ping pong, difficilmente accettava di perdere in quello sport. Quando venne sconfitto da Barone in un’accesa sfida al Landhaus Milser Hotel, la prese talmente male da tirare un calcio a una parete divisoria in vetro. Questa andò in frantumi e alcuni pezzi si conficcarono nella scarpa del giocatore. Solo per un colpo di fortuna non riportò ferite. Così, il portiere rischiò un rientro a casa prematuro… per colpa di una partita di ping pong.
Materazzi, che come abbiamo già visto a volte si dedicava alla pesca, coltivava anche un altro hobby tranquillo: giocare alla Playstation, da solo o in compagnia. Passatempi che non riuscirono a rilassarlo del tutto: venne colpito da una testata del francese Zinedine Zidane al quale aveva rivolto, come ammise, “parole stupide, una frase su sua sorella”. Il giocatore italiano nega però di aver offeso la madre dell’avversario, come qualcuno sosteneva: “Mia madre morì quando ero adolescente e non mi sarei mai permesso di insultare la sua”. Per quanto suscitato da una provocazione, il gesto di Zidane fu sicuramente eccessivo e gli costò l’espulsione.
I festeggiamenti, tra folla e striscioni “creativi”
Tornati in Italia, gli Azzurri vennero accolti dal volo delle Frecce Tricolori, quando il loro aereo atterrò all’aeroporto di Pratica di Mare. In seguito, furono ricevuti a Palazzo Chigi dall’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma la celebrazione della vittoria non fu solo quella della cerimonia ufficiale; anche l’entusiasmo popolare e spontaneo era alle stelle.
A Roma il 10 luglio oltre 700.000 persone attesero la squadra al Circo Massimo, incuranti dell’afa e del sole rovente. Alle 22:45 finalmente un emozionato Carlo Verdone, che conduceva l’evento, annunciò “Ecco i gladiatori!” I pullman scoperti della Nazionale vennero “scortati” da una folla enorme, a piedi, in auto e in scooter, che sventolava bandiere tricolori. Tanti e fantasiosi gli striscioni celebrativi: da “Solo un capitano, Cannavaro” a “Mamma, grazie per avermi fatto italiano”, senza tralasciare sfumature ironiche rivolte ai francesi, come “Ridatece la Gioconda”.
Nell’aria si spandeva un concerto spontaneo di trombette, trombe, clacson, qualsiasi strumento potesse dare un suono all’euforia collettiva.
Mentre la mente corre al ricordo di quell’anno, impresso nella memoria collettiva, si fa strada anche un pensiero rivolto al futuro. Nel 2022 è in programma il prossimo Mondiale, che si svolgerà in Quatar. Il 29 giugno il Paese ha concluso la realizzazione di uno degli otto stadi che ospiteranno l’evento, il “Diamond in the desert”. Si scatenano così le congetture, le speranze, i sogni. Il grande sogno di rivivere la festa collettiva del lontano 2006. E i sogni, in questo periodo, aiutano davvero a guardare avanti.