Hibiscus, un fiore dal fascino esotico
di Ugo Cirilli
È originario dell’Asia, ma è facile ammirarlo con i suoi splendidi fiori in varie zone del mondo, dall’America all’Europa. L ’Hibiscus, comunemente chiamato Ibisco, è una pianta di cui si contano circa 240 specie, molto amata dagli appassionati di giardinaggio.
Il suo aspetto può variare, da erbaceo ad arbustivo, anche a seconda del luogo di coltivazione. Ciò che accomuna le varietà è la fioritura, che non passa sicuramente inosservata.
Sul fogliame dai bordi frastagliati spiccano, in genere in primavera e in estate, grandi fiori dalla forma a campana. Quelli dell’Hibiscus Syriacus, la specie più diffusa in Italia, raggiungono anche i 10 cm circa di diametro e possono essere bianchi, rosa, o in tonalità più accese come il lilla. Un altro tipo piuttosto comune è l’Ibisco cinese (Hibiscus Rosa-Sinensis), i cui fiori possono essere anche gialli o arancioni. È particolarmente indicato per le zone costiere, poiché tollera bene il salmastro.
Se contiamo le varietà ottenute in serra, tramite ibridazione o per mutazioni naturali, arriviamo a circa mille versioni di questa pianta davvero decorativa.
Coltivare l’Hibiscus
L’Ibisco è piuttosto resistente, come testimonia la varietà di ambienti ai quali è riuscito ad adattarsi. Il suo clima ideale rimane comunque quello temperato, con estati calde e lunghe.
Si tratta di una pianta che gradisce ricevere molta luce solare diretta. Alcune varietà, come il Syriacus, resistono bene agli inverni miti, anche se il gelo può danneggiarne alcune parti. Altre sono più vulnerabili e, in genere, è preferibile riparare le piante al chiuso o in serra nei mesi freddi, se viviamo in una zona dal clima rigido. La caduta del fogliame in questi periodi è del tutto normale; non significa quindi che il nostro Ibisco sia morto.
La natura rustica di queste specie fa sì che sopportino assai anche i periodi di siccità, che non devono essere però troppo prolungati. Se nella stagione invernale sono sufficienti le piogge, nei mesi caldi possiamo annaffiare la pianta anche con frequenza quotidiana o quasi, evitando però attentamente che si formino ristagni.
È consigliabile potare l’Hibiscus quando raggiunge circa 3-4 anni di età, rimuovendo le parti danneggiate o malate per dargli una forma e rafforzarlo. Per il resto, non necessita di particolari attenzioni.
Per quanto riguarda la moltiplicazione, è possibile eseguirla tramite i semi o, nel caso delle varietà perenni, attraverso una talea legnosa, ossia un germoglio con una base di fusto. Per eseguire queste procedure correttamente, è opportuno informarsi tramite esperti, manuali o siti web tematici di giardinaggio.
Simbologia dell’Hibiscus
Dopo la parte “tecnica”, esploriamo l’affascinante simbologia che diverse culture hanno associato all’Hibiscus. Alcuni di questi significati provengono dall’Oriente, sua area d’origine. In Cina, ad esempio, la pianta è considerata un simbolo di ricchezza, mentre il fiore rappresenta la grazia delle ragazze non ancora sposate. In Giappone è un segno di benvenuto e di accoglienza con i migliori auspici. In Corea del Sud evoca l’eternità, l’immortalità e l’amore che sopravvive al trascorrere del tempo. Anche in Malesia, dove arrivò nel XII secolo, l’Ibisco viene ritenuto un emblema di vita e, dal 1960, è addirittura un simbolo del Paese.
Alle Hawaii il fiore di questa pianta è uno dei tatuaggi tribali classici, che evoca potere, lealtà, rispetto o, nella versione bianca, purezza di spirito.
Al di là degli aspetti simbolici, ovunque l’Hibiscus dimostra la grande bellezza di cui è capace la natura, artista senza eguali. Coltivare questa pianta può regalare grandi soddisfazioni, trasformando anche pochi metri di balcone, di giardino o un piccolo appartamento in un’oasi di fascino esotico.