Escape room, un’adrenalinica sfida contro il tempo
di Ugo Cirilli
Trovarsi intrappolati in un luogo sconosciuto e misterioso, dover raccogliere indizi per capire dove siamo e, soprattutto, come fuggire. È un’avventura che in molti abbiamo vissuto grazie a un videogame, alle pagine di un libro, ai tanti giochi in cui, da bambini, davamo vita a universi fantastici con l’immaginazione.
Come sarebbe sperimentare quest’esperienza al di fuori dei confini della fantasia? Oggi è possibile farlo in tutta sicurezza, grazie al fenomeno delle escape room.
Le “stanze della fuga” sono una forma d’intrattenimento molto particolare, nata nel 2008 in Giappone e oggi popolare a livello internazionale, Italia compresa. Si stima che nel mondo ne esistano oltre 3000, delle quali circa 400 nel nostro Paese.
A ideare la prima escape room fu Takao Katoe, allora 35enne dipendente di una casa editrice di Tokyo, la SCRAP. Come ha raccontato, da bambino leggeva romanzi e fumetti manga, domandandosi perché la sua vita non fosse appassionante come quelle storie immaginarie. Una riflessione che lo accompagnò negli anni, portandolo a concepire l’escape room: un passatempo che regalasse un brivido di avventura, stimolando la mente dei partecipanti.
Nel 2011 in Ungheria nacque la Parapark, una catena di escape room internazionale il cui fondatore, Attila Gyurcovics, negò di conoscere l’invenzione di Katoe.
Comunque sia, questa singolare forma d’intrattenimento ha conosciuto un grande successo, che forse nemmeno i “pionieri” immaginavano.
Giocare a una escape room
Come si prende parte al gioco della escape room? Come accennato in precedenza, la situazione di partenza vede i partecipanti chiusi in una stanza più o meno grande.
Insieme formano un team e devono collaborare per uscire da quell’ambiente. Sarà possibile aprire la porta solo risolvendo enigmi, cercando specifici oggetti, foglietti con istruzioni per il prossimo passaggio da seguire. Ogni elemento, arredo, utensile presente potrebbe avere un significato preciso, rivelarsi utile a un certo punto della sfida. Intanto, il tempo scorre: in genere per superare la prova si hanno 60 minuti a disposizione, più raramente 120.
Completare tutti i passaggi tra indovinelli, messaggi misteriosi e “cacce al tesoro” alla ricerca del prossimo indizio, è piuttosto difficile. Anche riuscire a superare parte delle prove può rivelarsi però una grande soddisfazione!
Il gioco di squadra, inoltre, rende la sfida più stimolante. Può essere condivisa con amici e parenti, o utilizzata come forma di team-building tra colleghi di lavoro: un servizio proposto da alcune realtà del settore. In fondo si tratta di collaborare con gli altri, dando un contributo e rispettando il loro ruolo: proprio come deve accadere in un ambiente professionale sano.
Le iniziative sono davvero varie, anche nel nostro Paese: dalle sfide ambientate nella classica stanza a quelle che coinvolgono scenari più ampi. La più grande escape room d’Italia, ad esempio, si svolge in un palazzo di Milano con 52 stanze distribuite su tre piani.
Anche l’atmosfera può variare: attorno alla sfida può essere creata una situazione gialla, horror, thriller, fantastica… in alcuni casi i partecipanti stessi possono scegliere la trama. Ciò che accomuna sempre il gioco è la serie di prove di ragionamento, logica e deduzione.
Siete pronti a lanciarvi nella sfida? Preparate la mente e la psiche, serviranno lucidità e nervi saldi!