Il Burraco, un gioco davvero internazionale
di Ugo Cirilli
Il Burraco è un gioco di carte molto popolare le cui origini si perdono nel tempo, tanto che non è facile ricostruirne la storia. Si pensa che sia nato negli anni ’40 o ‘50 in Sudamerica, probabilmente in Uruguay, come variante della Canasta. Negli anni, questo passatempo si diffuse anche nel Nordamerica.
Pare che il Burraco sia giunto in Italia solo negli anni ’80, inizialmente al Sud, in particolare in Puglia. A diffonderlo probabilmente furono gli emigrati in America che tornavano nella terra d’origine, portando con loro la tradizione del gioco.
Allora veniva praticato in maniera molto informale nei salotti e nei bar, con il regolamento tramandato di giocatore in giocatore. Per questo, poteva subire modifiche e adattamenti.
Con la diffusione a livello nazionale le regole originarie vennero scritte e fissate, affinché tutti vi si attenessero. Questo processo di “ufficializzazione” ha portato anche alla nascita della FIBUR, la Federazione Italiana del Burraco, nel 1997. Successivamente sono nate altre federazioni di diritto privato.
Oggi il gioco è diffuso anche nel resto d’Europa e conta un pubblico trasversale per età, sesso e origini. Si stima che in Italia sia praticato da più di 5 milioni di persone: un successo dovuto forse anche alla sua natura “sociale”, con la possibilità di giocare in coppia con un’altra persona sfidando altri due giocatori. Un elemento che favorisce sicuramente l’amicizia, il ritrovo tra appassionati che si “alleano” e si ritrovano partita dopo partita. Numerosi sono i circoli locali, gli eventi, i tornei che rappresentano anche un elemento di aggregazione. Il gioco ha conquistato anche fan “VIP”: tra questi Katia Ricciarelli, Laura Pausini, Raoul Bova e Alessia Marcuzzi, che ha chiamato il suo blog “La Pinella” dal nome in gergo dalla carta del “due”.
La Burraco-mania non si è fermata durante lo stop della vita sociale dovuto al lockdown, grazie alla versione online: alcuni servizi web comprendono una chat, che permette il dialogo con i compagni di partita.
Un gioco immediato
Tra i fattori che hanno favorito la diffusione del Burraco, sicuramente figurano anche le regole di gioco piuttosto semplici.
Ogni giocatore (la modalità a coppie è quella più diffusa) riceve 11 carte, due mazzi di carte detti “pozzetti” vengono messi da parte, mentre le carte rimaste formano il monte degli scarti.
Durante la partita il giocatore, quando è il suo turno, può scegliere se pescare una carta dal mazzo o dagli scarti, per poi calare i giochi. Si possono calare sul tavolo gruppi di carte formati da scale dello stesso seme (sequenze) o da carte con lo stesso valore ma di semi diversi, dette combinazioni. Il termine Burraco indica una di queste combinazioni, di almeno sette carte.
Quando un giocatore ha finito tutte le sue carte può prendere uno dei pozzetti e utilizzare quello.
L’obiettivo è esaurire le carte a disposizione, sia quelle del mazzo iniziale che quelle di uno dei pozzetti, avendo realizzato almeno una combinazione “burraco”. Vince chi, arrivato alla fine delle carte, ha realizzato il punteggio più elevato.
Esistono anche varianti del gioco che gli appassionati conoscono e praticano: ad esempio il Tarca, in cui si cerca di ottenere combinazioni di carte dello stesso valore ma di seme diverso; l’Andromeda, in cui l’obiettivo è rimanere con una sola carta a disposizione; la Cassiopea, in cui si può vincere rimanendo senza carte, con una coppia di carte in successione scalare o con una carta.
Chiunque voglia avvicinarsi al mondo del Burraco potrà consultare in dettaglio il regolamento completo, facilmente reperibile online, scegliendo poi se cimentarsi nella versione ufficiale o nelle suddette alternative. O, perché no, sperimentandole tutte.
In questo periodo fuori dall’ordinario, molti si chiedono quando e come sarà possibile tornare all’organizzazione dei tornei di Burraco, o alle semplici partite tra amici. Di sicuro l’entusiasmo dei tanti appassionati non si spegnerà, anzi: il desiderio d’incontro e di sfida “live” potrebbe uscire rafforzato dal periodo di rinuncia alla socializzazione.