Gli Etruschi, un popolo raffinato che anticipava i tempi
di Ugo Cirilli
Tra il IX e il I secolo a. C., in un’area corrispondente alla Toscana, a parti del Lazio e dell’Umbria ma anche del Nord Italia, visse una civiltà dalla cultura complessa e raffinata: gli Etruschi.
Un popolo nato forse dall’incontro tra gli abitanti indigeni di quelle zone, i greci e i commercianti dell’Oriente, che ebbe una significativa influenza sullo stile di vita degli antichi romani.
Le due culture, romana ed etrusca, arrivarono a fondersi nonostante gli scontri che si conclusero con il dominio di Roma: basta pensare che alcuni re della Città Eterna, della dinastia dei Tarquini, erano di origine etrusca.
Secondo lo storico tedesco Werner Keller furono gli etruschi, ancora prima dei romani, a costruire una civiltà avanzata sul territorio italiano. Si trattava di una cultura monarchica in cui il re era all’apice del potere, seguito dal ceto aristocratico; a differenza di altri popoli, però, alle donne era consentito gestire attività economiche, imparare a leggere e scrivere e partecipare in maniera attiva alla vita della comunità. Potevano mantenere il patronimico originario, il corrispettivo del cognome, anche da sposate. Possedevano inoltre oggetti di loro esclusiva proprietà: lo dimostra un vaso conservato nei Musei Vaticani, con una scritta che significa “Io sono di Ramutha Kansinai”.
Un altro aspetto che colpisce nella civiltà etrusca è il grado di raffinatezza, persino di lusso della produzione artistica: manufatti in terracotta o metallo realizzati con una maestria sorprendente per l’epoca, come l’elegante fibbia rinvenuta nella tomba Regolini-Galassi, con i leoni lavorati a sbalzo, stampo e ritaglio. Notevole la varietà dei vasi, diversificati a seconda dell’uso: dall’hydra che conteneva soprattutto acqua al pyxis, che racchiudeva i cosmetici (le donne etrusche utilizzavano pomate, rossetti ricavati da alghe o gelso, ombretti ottenuti dai fiori di croco). Alcuni oggetti di uso comune anticipavano i tempi in maniera sorprendente: ad esempio un fornello da appoggiare sulla brace, un ombrello parasole di cui è stata ritrovata la struttura, perfino protesi dentarie in oro. Pare che dal VI sec. a. C. questo popolo utilizzasse comunemente specchi in bronzo lucidato.
Due momenti particolarmente importanti nella cultura etrusca erano i riti funebri e i banchetti. La tradizione di onorare i defunti vide fiorire un filone artistico apposito, come testimoniano le tombe e le necropoli ancora visitabili, con soffitti a volta e decorazioni raffinate. Dei banchetti sappiamo che rappresentavano un momento di socializzazione, ma anche un’occasione in cui le famiglie in vista potevano dimostrare il proprio benessere e stabilire accordi. Il vino era molto diverso da quello attuale: pare che avesse una consistenza densa e un sapore forte, tanto da dover essere diluito con l’acqua e aromatizzato con spezie e… fiori.
Le testimonianze della cultura etrusca in Italia
Se vogliamo ammirare da vicino il fascino della cultura etrusca, sul territorio italiano troviamo diversi siti di grande interesse.
Tra questi, sono sicuramente da citare le necropoli del Lazio, ad esempio quelle di Tarquinia e Cerveteri. Quest’ultima, detta anche “Necropoli della Banditaccia”, è una delle principali aree archeologiche etrusche: occupa una superficie di 400 ettari con circa 20.000 tombe a camera. Le tombe, dalla forma a cupola, sono costruite come piccole abitazioni; ne è un esempio esempio la Tomba dei Rilievi, con raffinate decorazioni di vari colori che raffigurano oggetti d’uso quotidiano, armi e armature. Un ambiente che riflette il rapporto degli etruschi con la morte: si riteneva che i defunti avrebbero proseguito la loro vita nell’ultima dimora, quindi questa doveva essere accessoriata con gli utensili necessari.
In Toscana, anch’essa terra d’origine del popolo etrusco, troviamo altre importanti testimonianze: ad esempio la Necropoli della Pianacce a Sarteano e quella di Populonia, nel suggestivo Golfo di Baratti. Quest’ultima è uno dei monumenti etruschi più importanti, articolato in vari siti risalenti a periodi diversi. Interessante e particolare anche il Parco archeologico Città del Tufo in Maremma, con importanti tombe scavate nella tipica roccia, come la tomba Ildebranda.
Gli eleganti oggetti etruschi rinvenuti nei siti archeologici sono accolti da svariate istituzioni museali: dal Museo Archeologico di Milano al Museo Archeologico Nazionale di Siena, dal Museo Archeologico Etrusco De Feis di Napoli al Museo Gregoriano Etrusco, parte dei Musei vaticani di Roma. Nella stessa città il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia custodisce, tra le altre testimonianze, una scultura in terracotta di grandissimo fascino: il Sarcofago degli Sposi, raffigurante una coppia dal sorriso misterioso semisdraiata su un triclinio, nell’atto di partecipare a un banchetto. La lavorazione è molto dettagliata, si distinguono particolari delle capigliature e dell’abbigliamento. E quei volti antichissimi sembrano ancora brillare dell’intesa che legò, forse, le persone ritratte. Eco di una civiltà lontana, ma anche sorprendentemente vicina a noi in alcuni usi e costumi.