27 febbraio, Giornata Mondiale dell’Orso Polare: un gigante in pericolo
di Ugo Cirilli
L’immagine di un gigante di un gigante peloso, che può raggiungere i 700 kg di peso, difficilmente evoca un’idea di fragilità e vulnerabilità.
Se il gigante in questione è l’orso polare, però, quest’associazione di idee si rivela purtroppo fondata: il più grande carnivoro della terraferma è in pericolo.
I cambiamenti climatici mettono a repentaglio la sopravvivenza di questi animali, nati per affrontare il freddo estremo. Anche le loro prede, come le foche, vivono tra i ghiacci e la graduale restrizione di tale ambiente ne riduce la presenza. La superficie marina ghiacciata è sempre minore e gli orsi polari devono affrontare nuotate spossanti per nutrirsi, con la possibilità di ritrovarsi a stomaco vuoto dopo tanti sforzi. Gli esemplari affamati si avvicinano in alcuni casi ai centri abitati, dove rischiano di essere abbattuti dall’uomo.
Siamo noi, anche nel caso del riscaldamento globale, la vera minaccia per l’orso polare: il fenomeno è dovuto soprattutto, secondo la comunità scientifica, alle attività umane che producono eccessive quantità di gas serra, come il metano e l’anidride carbonica. Un altro fattore di rischio causato dall’ uomo è l’inquinamento, ad esempio quello dovuto ai Persistant Organic Pollutants (POPs), sostanze che resistono a lungo nell’ ambiente e confluiscono verso le aree fredde del Pianeta. I POPs, banditi dalla Convenzione di Stoccolma ma utilizzati illegalmente, sono ad esempio pesticidi ed elementi delle lavorazioni industriali. Secondo gli scienziati, queste sostanze risultano particolarmente nocive per i cuccioli di orso polare, di cui possono compromettere il normale sviluppo.
Così, la vita per i giganti dei ghiacci si fa sempre più dura. E pensare che la natura li avrebbe equipaggiati perfettamente per vivere in un habitat estremo! La loro pelliccia infatti è talmente isolante, che osservati con una videocamera a infrarossi risultano poco visibili. Solo il muso e le zampe lasciano fuoriuscire il calore sufficiente ad essere rilevato dallo strumento. Una tale, efficacissima protezione dal gelo si rivela però uno svantaggio se le temperature s’innalzano. Sopra i 10°, infatti, il corpo dell’orso polare inizia a surriscaldarsi. Capiamo così l’entità della minaccia del “global warming”.
Una Giornata per la tutela degli orsi bianchi
Per sensibilizzare sui pericoli corsi da questi animali e favorirne la salvaguardia, è stata indetta la Giornata Mondiale dell’Orso Polare, che si celebra il 27/02. A lanciarla, l’organizzazione no profit Polar Bears International.
Cosa possiamo fare concretamente per aiutare gli orsi bianchi? A darci qualche idea è la suddetta istituzione, sul suo sito web ufficiale polarbearsinternational.org. Un esempio? Lanciarsi nella cosiddetta “Termostat Challenge”, la “sfida del termostato”: utilizzare meglio il dispositivo a seconda della stagione e della parte del giorno, adeguando la temperatura per limitare gli sprechi e ridurre le emissioni di gas serra. Un’altra possibilità è la “Power Down Challenge”, che prevede di scollegare dalla rete elettrica i dispositivi elettrici non in uso, magari tramite una “ciabatta”. Piccoli accorgimenti che, adottati da tante persone, possono influire profondamente sull’ ecosistema e sulla lotta al riscaldamento globale. Il sito web permette di conoscere queste e altre iniziative, oltre ad alcune curiosità sugli orsi polari. Ad esempio, scopriamo che il latte delle femmine è il più ricco di grassi tra gli animali della terraferma e che, nonostante la mole, questi colossi sono dei grandi viaggiatori. Possono spostarsi anche per oltre 3000 km in un mese.
Il futuro del Pianeta Terra e degli orsi polari è ancora una pagina da scrivere: attiviamoci, prima che sia troppo tardi.