Il ciclamino: una pianta affascinante e i suoi significati
di Ugo Cirilli
Con la sua semplice bellezza e la notevole resistenza, il ciclamino è uno dei fiori invernali più amati e diffusi, capace di crescere e sbocciare anche alle basse temperature.
Si tratta di una pianta presente in un habitat decisamente vasto, dall’Europa meridionale all’Africa boreale e all’Asia minore, dove si trova il maggior numero di specie. Tre sono spontanee in Italia: il ciclamino napoletano, il ciclamino delle Alpi e il ciclamino primaverile.
La coltivazione è piuttosto semplice anche per chi non ha uno spiccato pollice verde e può regalare notevoli soddisfazioni, grazie alla bellezza dei fiori e delle foglie variegate. Secondo alcuni botanici, il disegno particolare di queste ultime sarebbe una forma di mimetismo, che nasconde la pianta agli animali erbivori.
Semplici accorgimenti
Possiamo scegliere se coltivare il ciclamino in terra o in vaso: è importante ricordare che questa pianta non ama essere esposta direttamente al forte sole estivo e predilige piuttosto un ambiente umido, ombreggiato e fresco. Occorre anche tenere i ciclamini al riparo dalle forti correnti d’aria e, in inverno, lontani dai caloriferi.
Per quanto riguarda le annaffiature, non serve molta acqua: in inverno basta limitarsi all’irrigazione quando il terreno inizia a seccare, cercando di mantenere una certa umidità. Il metodo più conosciuto dagli appassionati di giardinaggio è versare l’acqua non nel vaso ma nel sottovaso, cosicché il ciclamino possa assorbirla gradualmente. Questo accorgimento aiuta anche a scongiurare il rischio di muffe. L’acqua necessaria si riduce ulteriormente in estate, quando la pianta entra nella sua fase di riposo. In genere già all’inizio di giugno non sono più presenti i fiori e, a volte, rimangono solo i bulbi, che vanno riparati dal sole per essere travasati a settembre.
Con le opportune attenzioni, una pianta di ciclamino può vivere anche per anni.
I significati nascosti
Il ciclamino è noto da tempi remoti; in Europa si hanno prove del suo uso nei giardini dal 1596, ma la pianta era citata già nell’antica Roma negli scritti di Plinio il Vecchio, con nomi come “Rapo” e “Umbilico della Terra”. Le sue radici contengono una sostanza velenosa; per questa caratteristica, già nota nell’antichità, varie culture hanno attribuito diversi significati alla pianta.
Per i Romani era un vero portafortuna vegetale, poiché si credeva che la sua tossicità respingesse le influenze negative. Anche gli antichi Greci gli attribuivano un significato positivo: per la sua bellezza e la facilità con cui si propaga, veniva ritenuto un simbolo di fertilità e d’amore. Nel Medioevo, invece, l’idea della velenosità nascosta dietro l’aspetto affascinante evocava gli inganni di Satana. Si credeva, addirittura, che una donna incinta che calpestava questo fiore rischiasse l’aborto.
Oggi le connotazioni simboliche più negative sono state superate ed è tornata in voga, semmai, la visione “romana” dei ciclamini portafortuna: possono essere regalati come segno di incoraggiamento o augurio positivo, chiarendo magari in una dedica il significato che attribuiamo alla pianta. Proprio la simbologia di amuleto, altrimenti, potrebbe far pensare al destinatario del regalo di essere percepito come… sfortunato.
Attenzione invece a regalarlo alla persona amata: nel linguaggio dei fiori, può assumere anche un significato di distacco, evocando la fine di una relazione.
Tuttavia, le persone che non sono esperte nella simbologia floreale non si soffermeranno su queste interpretazioni, rimanendo semplicemente colpite dall’eleganza dei ciclamini. Più immediate e istintive sono le associazioni mentali relative al colore: la versione bianca evoca purezza, quella rossa l’eros e la passionalità, quella rosa un amore più dolce, anche legato alla maternità. Al di là di tali sfumature in buona parte soggettive, comunque, un aspetto troverà tutti concordi: la bellezza di questo fiore semplice e affascinante, che sfida il freddo per meravigliarci.