Il World Wide Web, un “progetto vago” che ha cambiato il mondo
di Ugo Cirilli
Quasi trent’anni fa avveniva una rivoluzione che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre, permettendo una condivisione del sapere senza precedenti: “Una rete grande come il mondo”. Questa era ed è la traduzione letterale del suo nome, “World Wide Web”.
Nel 1989 l’informatico inglese Tim Berners-Lee lavorava presso il CERN di Ginevra, il principale laboratorio di fisica europeo. Rimase colpito dal modo in cui alcuni scienziati italiani si trasmettevano informazioni da un piano all’altro del centro, utilizzando la linea telefonica ma consultandole tramite video.
L’idea di una rete che connettesse PC situati a distanze considerevoli era già realtà da tempo: nel 1969 la sperimentazione nel settore aveva preso il via con Arpanet, il precursore di Internet, lanciato invece all’inizio degli anni ’80. Quel che mancava ancora era, semplicemente, la concezione attuale del sistema: non solo uno strumento per inviare dati ad altri computer e riceverli, ma anche una rete di pagine virtuali consultabili da tutti, dedicate a svariati argomenti. Così, Berners Lee ebbe un’intuizione di portata epocale.
Un’idea “vaga ma interessante”
Nel 1989 l’informatico presentò al suo supervisore un documento, tuttora esposto al CERN, intitolato “Information Management: a Proposal”, un progetto che aveva elaborato insieme al collega belga Robert Cailliau. Si trattava di un software che avrebbe permesso la condivisione di documenti scientifici in formato virtuale tra ricercatori, attraverso pagine online accessibili da tutto lo staff.
Il potenziale del progetto non risultò subito evidente: venne definito “vago ma interessante”. Si decise comunque di svilupparlo e il 20 dicembre 1990 apparve il primo sito Internet della storia! Si trattava di una descrizione del sistema, accessibile solo al personale e agli scienziati del CERN. Venne visitata dal primo utente soltanto… 17 giorni dopo la messa online.
Da strumento esclusivamente scientifico a innovazione “pop”
Fu lo stesso Tim Bernes-Lee a portare la sua invenzione fuori dai confini scientifici: ne diede la notizia su vari newsgroup online e, nel 1993, il CERN rese il codice sorgente del Web di pubblico dominio.
La svolta era arrivata: Internet si avviava a diventare un’innovazione alla portata del grande pubblico.
Il primo sito web in Italia
Il sito web “pioniere” nel nostro Paese fu quello del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna. Non si trattò di un caso: al Centro lavorava un fisico proveniente del CERN di Ginevra, Pietro Zanarini, che aveva intuito benissimo le potenzialità del nuovo strumento. Grazie a lui e ai colleghi nacque così il sito crs4.it, tuttora attivo.
Come racconta lo stesso Zanarini, le reazioni furono diverse: dall’entusiasmo dei più lungimiranti, allo scetticismo di chi non comprendeva il potenziale di un sito Internet. Ma la rivoluzione era stata definitivamente avviata anche in Italia. “Il ricordo più bello? Ricevere le prime mail da studenti sardi di ogni parte del mondo” ha detto lo scienziato “persino una mail da una stazione in Antartide”.
Così, se trascorrerete una vacanza in Sardegna, saprete di non trovarvi solo in una terra di paesaggi mozzafiato e antiche tradizioni: vi ebbe inizio una vera svolta hi-tech del nostro Paese. La prima testata giornalistica ad approdare sul Web, sulla scia dell’entusiasmo per il sito scientifico, fu “L’Unione Sarda”.
E pensare che qualcuno sorrideva dell’invenzione di Tim Berners-Lee, trovando quel nome, “World Wide Web”, eccessivo per un’idea apparentemente di nicchia…
Il Web oggi: alcuni dati sorprendenti
Oggi il numero di siti Internet è davvero impressionante: già nel 2016 se ne contavano oltre 4 miliardi!
Il Web è accessibile perfino sul Monte Everest, per aggiornare gli scalatori sulle condizioni meteo. Ogni minuto vengono inviate circa 204 milioni di email (dato del 2018), mentre ogni secondo (dati del 2016) appaiono indicativamente 6.000 tweet di Twitter e sono eseguite più o meno 40.000 ricerche su Google.
La storia del World Wide Web è quindi l’ennesima dimostrazione di quanto, a volte, le grandi innovazioni non siano comprese subito.
Adesso la palla passa a noi: dobbiamo farne sempre più un eccezionale strumento di conoscenza e condivisione. Il 20 dicembre ricordiamoci di augurare buon compleanno alla “Rete Mondiale”!