Prima della rivoluzione digitale: abitudini che abbiamo perso o quasi
di Ugo Cirilli
Quante incombenze risolviamo grazie al web e al digitale? Quante ricerche eseguiamo con il pc?
Lentamente, ma inesorabilmente, l’elettronica si sta insinuando in ogni piega del quotidiano. I frigoriferi “smart”, capaci di collegarsi al WiFi e di notificare i cibi prossimi alla scadenza, sono già realtà.
Non facciamo a tempo a fantasticare sulle prossime innovazioni, che le troviamo realizzate e in commercio.
Ma com’era la quotidianità prima della rivoluzione digitale? Vediamo una serie di abitudini che abbiamo perso o quasi.
Usare l’elenco telefonico
Scorrere le infinite liste di nomi, individuare il numero che ci occorreva…una grande seccatura, oggi quasi abbandonata grazie alla diffusione dei telefoni cellulari.
Eppure, forse quella ricerca tra scritte minuscole ci abituava alla pazienza!
Andare a chiamare un amico citofonando a casa sua
Questo ricordo accomuna l’infanzia e l’adolescenza di molte persone: non disponendo di smartphone con sistemi di messaggistica tipo WhatsApp, per raccontare qualcosa di urgente a un amico o chiedergli semplicemente di uscire si andava a casa sua e si suonava il campanello, attendendo che la sua voce leggermente distorta uscisse dal citofono.
Comprare spesso cd, non mp3!
Il mercato discografico sta subendo i colpi di una progressiva “smaterializzazione” della musica: ormai molte persone acquistano solo gli mp3 di alcuni brani dei loro artisti preferiti. Altre si abbonano a servizi di streaming musicale, ascoltando con smartphone o pc la musica che desiderano per una quota fissa mensile.
Il cd scomparirà? Non è detto. Anche il vinile è sopravvissuto, trasformandosi in un amatissimo oggetto da collezione, tanto che le etichette discografiche hanno iniziato a produrne nuove tirature.
Scrivere e ricevere lettere
Ormai siamo fin troppo abituati a digitare al computer o sullo smartphone: per lavoro o per svago, quanto tempo trascorriamo “incollati” a una tastiera!
La facilità e la rapidità della scrittura al pc e al cellulare fanno sì che i messaggi che scambiamo siano davvero una marea: ci siamo forse assuefatti a una comunicazione rapida, schematica, a volte un po’ impersonale. Dobbiamo ammettere che inviare o ricevere una lettera era un’emozione diversa: si trattava di qualcosa di molto personale, con la grafia unica e inconfondibile del mittente…
Creare album fotografici
Ormai l’album fotografico sopravvive solo come oggetto legato a occasioni speciali, come il matrimonio. Un tempo era facile vederne di tutti i tipi, nelle case: da quelli di grande formato ai più piccoli, simili a quadernini, utilizzati magari per ricordare una breve vacanza.
Oggi i ricordi fotografici sono sempre più custoditi in forma digitale nei cellulari, nei tablet, nei pc. Non dimentichiamo, però, che i dati virtuali sono vulnerabili: un malfunzionamento, un dispositivo che si rompe…e potremmo dire addio alle fotografie che amiamo. Stampare regolarmente le più significative, oltre a salvarle su un hard disk esterno, ci tutela da tale rischio.
Guardare insieme a parenti o amici il video delle vacanze
Oggi questa abitudine è praticamente scomparsa per un motivo semplice: quando andiamo in vacanza ogni paesaggio, ogni momento significativo (e, a volte, qualche momento poco significativo) viene catturato dagli obiettivi degli smartphone e trasformato in foto, video, post di Facebook, post di Instagram e via dicendo.
Certo, è bello avere uno strumento tanto potente e non portarsi dietro enormi telecamere. E non era neanche scontato che tutti avessero voglia di visionare i fatidici video. Però lasciare la sorpresa del racconto del viaggio al ritorno, organizzando magari le immagini in un bello slideshow, potrebbe essere ancora una buona idea.
Fare foto con parsimonia, perché dovevamo comprare i rullini e attendere lo sviluppo
Chi ha vissuto la fotografia pre-digitale ricorderà sicuramente la delusione, quando ritirava le foto sviluppate dal fotografo e scopriva che alcune sembravano avvistamenti di fantasmi, o i soggetti immortalati avevano espressioni poco…fotogeniche.
Ma ricorderà anche la cura, l’attenzione con cui si fotografava, dovendo sostenere il costo dei rullini e dello sviluppo e disponendo di un numero limitato di scatti. Un’attitudine che portava talvolta a foto davvero memorabili.
Consultare l’enciclopedia
Ormai, è innegabile, la maggior parte delle ricerche di informazioni avvengono online. Il web offre una grande varietà di siti dedicati agli argomenti più disparati: sta all’utente riconoscere le fonti più autorevoli e sicure.
Anche una delle enciclopedie per eccellenza in Italia, la Treccani, è stata adattata a Internet con una versione “virtuale” molto apprezzata.
Cercare una cabina telefonica
Lontani da casa, nessun locale con un telefono nelle vicinanze…come facevamo a comunicare in quella situazione, senza smartphone?
Semplice: cercavamo una cabina telefonica. Oggi le schede che utilizzavamo per telefonare da una cabina sono oggetto di collezionismo, con le loro grafiche particolari: alcune, particolarmente rare, hanno un valore di diverse centinaia di euro.
La cabina è quindi un ricordo da relegare nel passato? Non è detto: potrebbe tornare a diffondersi, in una veste nuova. A Firenze, ad esempio, il Comune ha installato in Piazza Beccaria una cabina che permette di navigare gratis con lo smartphone grazie al WiFi, ricaricare il dispositivo e usarlo per telefonare, a costi accessibili.
Vivere senza avere nessun alter ego virtuale
Eravamo solo noi, ricorderanno molte persone anche giovani, noi senza nessun profilo social, nessun “alias” di fantasia. Senza la possibilità di creare una rappresentazione virtuale della nostra personalità.
Era meglio? Era peggio? Forse dipende da come ci rapportiamo all’ immateriale mondo del web!