L’uovo di Pasqua, una storia che parla anche italiano
di Ugo Cirilli
L’ uovo è considerato da tempi antichissimi un simbolo di vita e rinascita, nelle civiltà più diverse. Sembra che già gli antichi Persiani e gli antichi Egizi scambiassero uova in dono, con l’arrivo della primavera.
La religione cristiana inglobò tale concezione nelle sue tradizioni, legandola alla Pasqua già nel Medioevo. Come siamo arrivati, però, a quella golosissima interpretazione del regalo pasquale che è l’uovo di cioccolato?
I primi esperimenti
Se vogliamo risalire con precisione alle origini dell’uovo di cioccolato, dobbiamo viaggiare a ritroso nel tempo fino alla corte di Re Sole, Luigi XIV. Sembra infatti che il monarca francese abbia fatto realizzare un primo “esperimento”, chiedendo ai suoi cuochi di rivestire di cioccolata le uova di gallina che venivano donate per Pasqua.
Non si trattava quindi della versione attuale, ma è probabile che questa singolare idea abbia stimolato la fantasia dei mastri cioccolatai e dei pasticceri che, in seguito, avrebbero sviluppato ulteriormente il concetto.
Dieci anni dopo la morte del Re Sole, nacque un dolce che si avvicinava di più alla moderna versione del famoso uovo: un’idea tutta italiana. Nel 1725 a Torino la vedova Giambone, titolare di un’attività commerciale, provò a riempire di cioccolato dei gusci d’uovo vuoti: praticamente il processo inverso a quello concepito da Luigi XIV.
Fu un clamoroso successo, i nuovi dolci divennero richiestissimi e la creativa signora ne mise in vendita versioni decorate con scritte e vari colori.
Curiosamente, però, per molto tempo questa innovazione non venne brevettata né elaborata ulteriormente. Solo nel 1875 un’azienda inglese, Cadbury, registrò il brevetto per la produzione di piccole uova di cioccolato amaro realizzate in appositi stampi. Nel 1905, la stessa attività avrebbe introdotto le uova di cioccolato al latte.
Chissà se a ispirare Cadbury fu il predecessore italiano?
Un primato torinese: l’uovo con la sorpresa!
Nella storia dell’uovo di cioccolato il nostro Paese può vantare un altro primato speciale: l’invenzione della versione moderna, ossia quella con l’interno cavo contenente una sorpresa.
L’idea che un uovo donato per Pasqua contenesse una sorpresa risale all’800, ma allora non si trattava di un uovo commestibile. Tutt’altro: preziosissime uova in oro e altre materie pregiate, che il gioielliere e orafo russo Carl Fabergé iniziò a realizzare nel 1885, quando un primo esemplare venne richiesto dallo zar Alessandro III come dono per la moglie. L’uovo si apriva similmente alle matrioske russe e, all’ interno, conteneva un tuorlo d’oro che racchiudeva una piccola gallina dorata, con gli occhi di rubino. Anche quest’ultima si apriva, rivelando una miniatura della corona imperiale con un rubino.
Ma torniamo all’uovo di cioccolato con sorpresa: dove nacque di preciso?
Proprio nella Torino della “pioniera” Giambone: nella città della Mole un’azienda, Casa Sartorio, brevettò negli anni ’20 del ‘900 un sistema che permetteva di realizzare forme in cioccolato cave all’interno. Forme che vennero riempite inizialmente con altri dolcetti, poi anche con oggetti di un certo valore: era nato l’uovo dolce con la sorpresa! Un’invenzione la cui popolarità è cresciuta sempre più e non si è mai arrestata.
Così, la golosità che fa la gioia di tanti bambini (e, ammettiamolo, di tanti adulti) affonda le sue radici in una lunga storia di creatività anche italiana. Buona Pasqua…in dolcezza!