Animali domestici, amici speciali che giovano alla psiche
di Ugo Cirilli
La passione per gli animali domestici caratterizza le culture più diverse da tempi lontani: l’attitudine ad allevare i “pet” sembra quasi una caratteristica intrinseca dell’essere umano, a prescindere dalle sue origini. Probabilmente, tutto ebbe inizio con l’alleanza tra i nostri antenati e gli antenati degli attuali cani: due specie che trovarono vantaggioso proteggersi a vicenda e cacciare insieme, finendo per sviluppare un vero legame di attaccamento, svincolato dalle necessità.
Non a caso il cane, assieme al gatto, è tuttora uno degli animali domestici più diffusi, anche se la fauna “casalinga” può essere davvero varia: dai pesci ai rettili, dagli uccelli ai roditori.
Quali sono i benefici psicologici derivanti dalla compagnia dei pet? La scienza ha alcune interessanti risposte a questa domanda.
Un legame d’affetto che stimola l’ “ormone dell’amore”
Tra i vari ormoni prodotti dal nostro organismo, uno è chiamato “love hormone”, l’ “ormone dell’amore”: si tratta dell’ossitocina, che favorisce i comportamenti di attaccamento al prossimo, fiducia reciproca, affetto e accudimento (gioca infatti un ruolo importante nel parto e nel legame genitore-figlio).
L’ossitocina nel sangue aumenta, ad esempio, quando riceviamo gesti affettuosi come abbracci e carezze o vediamo dei bambini piccoli. Uno studio giapponese del 2015, coordinato dal biologo Miho Nagasawa, ha rilevato un aumento della produzione di ossitocina sia nel cane che nel suo padrone, durante le loro interazioni. È probabile che questo cambiamento fisiologico avvenga anche nei padroni di altri animali, che si dedicano a loro con grande affetto.
Il cane, vista la sua natura sociale, è forse uno dei pet che manifestano la reazione ormonale in maniera più marcata. Nel gatto sono stati rilevati aumenti di ossitocina più modesti, ma comunque indicativi di una variazione suscitata dal contatto con l’amico umano.
Meno stress
Questo spontaneo attaccamento affettivo, probabilmente, è uno dei motivi per cui la compagnia degli animali domestici sembra ridurre nel sangue i livelli di cortisolo, l’“ormone dello stress”. Tale calo è stato rilevato in soggetti diversi: dagli adulti ai bambini. In uno studio dell’Università della Florida, a 100 studenti tra 7 e 12 anni veniva chiesto di eseguire calcoli aritmetici e parlare in pubblico: quelli che potevano tenere i propri cani con loro durante le prove manifestavano livelli più bassi di cortisolo.
Diversi studi e progetti sperimentali hanno inoltre testato gli effetti della compagnia dei pet sul benessere di pazienti con problematiche varie: ad esempio, persone depresse o ospedalizzate e anziani ospiti di residenze assistite. Tra i miglioramenti riscontrati durante la pet therapy troviamo una riduzione dei livelli di ansia.
Se la ricerca in ambiti così delicati necessita di ulteriori approfondimenti, sono noti da tempo i benefici degli animali domestici per le persone anziane che vivono sole; rappresentano sia un legame affettivo che vivacizza le giornate, sia uno stimolo a mantenersi in attività, mentalmente e fisicamente.
Cane o gatto: una scelta che dice qualcosa di noi?
Potremmo domandarci se la scelta di un determinato animale da compagnia dica qualcosa della nostra personalità. Da tale questione ha preso il via uno studio americano della Carroll University del Wisconsin, che ha confrontato studenti universitari che possedevano cani o gatti, sottoponendoli a test d’intelligenza. I risultati deponevano a favore dei proprietari di gatti, che ottenevano punteggi migliori: dovremmo dedurre che fossero effettivamente più intelligenti? Un’affermazione del genere scatenerebbe aspre discussioni! La spiegazione, come chiarito dai ricercatori stessi, sembra in realtà diversa. I giovani amanti dei felini erano persone che trascorrevano volentieri più tempo al chiuso, studiando e coltivando hobby e interessi. Da questa attitudine allo studio deriverebbero i brillanti risultati nelle prove legate al quoziente intellettivo (una misura parziale delle abilità umane).
Da alcune domande sulla personalità, i proprietari dei cani apparivano invece individui più estroversi e amanti delle attività all’ aria aperta. Adottare un cane richiede infatti la disponibilità ad accompagnarlo nelle sue passeggiate quotidiane, mentre il gatto è notoriamente più indipendente.
Così, la scelta dell’uno o dell’altro pet non rivelerebbe molto sull’ intelligenza del proprietario: sembrerebbe, piuttosto, la conseguenza del suo stile di vita.
Al di là di queste differenze individuali, l’affetto per un animale domestico è sempre lo stesso, che questo abbia la pelliccia o le squame, che faccia le fusa o ci corra incontro scodinzolando.